martedì 31 dicembre 2013

SARÀ L’ANNO DELLE NUOVE TASSE. L’ALFABETO DELLE NOVITÀ FISCALI.

Sarà l’anno delle nuove tasse sulla casa.

Debutta la Iuc, con le nuove Tasi e Tari che si sommeranno all’Imu seconda casa ma rappresenteranno l’unica imposta comunale.

Oltre alla coda della mini-Imu sulla prima casa è in arrivo anche la riforma del catasto.

Insomma, il fisco immobiliare sarà quest’anno un vero gioco a incastro per i contribuenti che, incassato il mini aumento dello sconto sulle detrazioni per il lavoro, scopriranno solo a fine gennaio quale agevolazione fiscale cadrà sotto la scure dell’erario, come previsto per far quadrare i conti nel 2014.

Ecco, di seguito, una sorta di alfabeto delle novità fiscali.

AFFITTI, STOP AI CONTANTI:

Il fisco stringe le maglie contro l’evasione fiscale immobiliare.

Arriva così una norma ad hoc che, per quanto riguarda gli affitti, supera anche il limite dei pagamenti in contanti ora fissato a 1.000 euro.

Non importa la cifra, il canone di locazione non può più essere pagato in contanti, ma solo attraverso pagamenti «tracciabili».

AGEVOLAZIONI FISCALI:

Saranno ridotte entro gennaio.

Il governo dovrà effettuare delle scelte per un risparmio di circa 500 mila euro nel 2014 e negli anni seguenti.

Se non saranno individuate le «voci» da eliminare (senza però toccare le tutele per i soggetti invalidi, disabili o non autosufficienti) scatterà un taglio lineare su tutte le detrazioni ora al 19%: si ridurranno di un punto retroattivamente nel 2013 (con effetti di cassa nel 2014) e di due punti nel 2014 (con effetti nel 2015).

BONUS ENERGIA:

Le detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici - anche per le caldaie a pompa di calore - è stata prorogata per altri due anni.

Nel 2014 rimarrà uno sconto molto alto, al 65%; poi nel 2015 scende al 50%.

CASE SFITTE, TORNA L’IRPEF:

Le case sfitte, che erano state esentate dall’Irpef perché pagavano l’Imu, tornano a pagare l’imposta sui redditi, anche se solo al 50%.

L’imposta «salva» però le seconde casa di vacanza o quelle possedute nei paesi d’origine.

L’imposta si pagherà solo sugli appartamenti sfitti nei comuni nei quali il proprietario ha la residenza.

CONTO TITOLI, SALE IL BOLLO:

Aumenta al 2x1000 l’imposta sui conti titoli che attualmente è fissata all’1,5 per mille.

Scompare poi il limite minimo d’imposta e sale il tetto massimo da 4.500 a 14.000 euro.

Per i grandi investitori una batosta.

CEDOLARE LIGHT SU AFFITTI «CONCORDATI»:

Per i contratti di affitto con i «canoni concordati», che applicano cioè i valori calmierati concordati tra associazioni inquilini e proprietari immobiliari, arriva la cedolare ridotta dal 19 al 15%.

Vale sui redditi 2013 ma per la prima volta si indica nella dichiarazione che andrà presentata a maggio-giugno.

Per chi non sceglie la cedolare, e paga le imposte con l’Irpef, arriva invece un aggravio: scende dal 15 al 5% la deduzione forfettaria sul canone di locazione.

COOP SOCIO-SANITARIE: rimane al 4% l’Iva prevista per le prestazioni socio sanitarie rese da cooperative sociali.

Per al altre passa dal 4 al 10%.

CATASTO, ADDIO VANI ARRIVANO MQ:

E' ad un soffio dall’essere approvata la riforma del catasto che trasformerà l’archivio immobiliare dell’agenzia del Territorio: gli immobili saranno catalogati non più in base ai vani ma utilizzando i metri quadrati e le rendite avranno valori di mercato.

Possibile un riequilibrio tra vecchi e nuovi valori, ma l’operazione vuole essere a «invarianza di gettito».

DETRAZIONI LAVORO, IRPEF PIÙ LEGGERA:

Aumentano le detrazioni per lavoro dipendente per i redditi tra gli 8.000 e i 55.000.

La modulazione dei benefici farà si che le detrazioni saranno maggiori per i redditi più bassi (sui 200 euro l’anno fino a 20.000 di stipendio) per scendere gradualmente fino ad azzerarsi a quota 55.000.

DISTRIBUTORI AUTOMATICI, SALE L’IVA:

Dal primo gennaio l’Iva sui prodotti vendute nei distributori automatici (da caffè a snack e bibite) passa dal 4 al 10%.

Scattano anche i rincari.

DICHIARAZIONE REDDITI SI SEMPLIFICA:

Più semplice la dichiarazione di redditi 2014.

Bisognerà indicare i redditi immobiliari non rivalutati e le spese mediche vanno segnate al lordo della franchigia di 129,11 euro.

EQUITALIA, ROTTAMAZIONE CARTELLE:

Le cartelle Equitalia ricevute entro il 31 ottobre 2013, potranno essere saldate entro il 28 febbraio 2014 pagando solo la somma originaria e non gli interessi e la mora.

FONDO TAGLIA TASSE LAVORO:

Nel nuovo Fondo per la riduzione della pressione fiscale confluiranno le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione fiscale, comprese le una tantum per il 2014, che saranno destinate a deduzioni Irap e ad aumentare le detrazioni Irpef.

IRAP CALA SUI NEO ASSUNTI:

Arriva una deduzione Irap per i datori di lavoro che assumono nuovi dipendenti a tempo indeterminato, aumentando il numero dei propri lavoratori.

L’importo deducibile è pari al costo del novo personale assunto ma non può superare il tetto di 15.000 euro.

Lo sconto vale per tre anni.

IUC:

E' l’acronimo dell’Imposta Unica Comunale, che si paga sugli immobili.

Non è altro che il «cappello»sotto il quale si raccolgono tre tributi comunali sulla casa: rimane l’Imu su seconde case e prime di lusso, arriva la Tasi (che di fatto sostituisce la parte di Tares sui servizi indivisibili), c’è la Tari che sostituisce la vecchia tassa sui rifiuti.

IMPRESE, DEDUCIBILITÀ PARZIALE IMU DA IRES:

L’Imu pagato sugli immobili strumentali dalle imprese (ad esempio sui capannoni) potrà essere dedotto in parte dal reddito Ires: per il 30% sull’anno d’imposta 2013 (e quindi sulla prossima dichiarazione di redditi) e del 20% a partire dal 2014.

LOTTA EVASIONE, REDDITOMETRO IN ARRIVO:

Dopo una serie infinita di proroghe per il nuovo Redditometro è vicino il debutto.

Arrivato a dicembre l’ultimo via libera del garante della Privacy sono in rampa di lancio le lettere per chiedere chiarimenti ai contribuenti che, in base a 100 diversi indicatori (dai quadri alla retta dell’asilo, dalle spese per la colf all’iscrizione al circolo sportivo, dalle giocate on line ai bot) dichiarano meno di quanto dovrebbero in base a questo strumento.

MINI-IMU PRIMA CASA A GENNAIO:

L’appuntamento con il fisco è per il 24 gennaio, ma il capitolo potrebbe non essere chiuso.

Al momento i contribuenti che possiedono una prima casa in un comune che ha aumentato le aliquote rispetto a quelle «statali» dovranno versare il 40% dell’importo dovuto a questa maggiorazione.

MONITORAGGIO CAPITALI ESTERI:

Arriva una stretta informativa sui capitali all’estero.

Nella prossima dichiarazione dei reddito dovranno essere indicati anche quelli inferiori ai 10.000 euro.

Il fisco farà attenzione ai titolari effettivi e non più solo a quelli diretti.

Calano, tornando a livelli europei, le sanzioni.

«PAPERONi», CONFERMATO CONTRIBUTO SOLIDARIETÀ:

Per i redditi superiori ai 300.000 euro l’anno viene confermato il contributo di solidarietà del 3% per il triennio 2014-2016.

PENSIONI D’ORO:

Il governo riprova a tassare le pensioni più alte, nonostante le bocciature delle misure del passato da parte della Corte Costituzionale.

Arriva un contributo di solidarietà del 6% per la parte eccedente i 90.168,26 euro annui; del 12% oltre i 128.811,80 euro; del 18% per la parte eccedente i 193.217,70 euro annui.

RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE:

Rimarrà anche per tutto il 2014 la detrazione del 50% per le ristrutturazioni (per un massimo di 96 mila euro); nel 2015 la detrazione scende al 40%.

Una parte della detrazione può essere utilizzata anche per l’acquisto di mobili nuovi o grandi elettrodomestici (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie) ma solo in presenza di ristrutturazioni: in questo caso l’importo di mobili o elettrodomestici non può comunque mai superare quello dei “lavori” fatti.

Da quest’anno, poi, sarà possibile indicare nella dichiarazione dei redditi le spese sostenute nel 2013.

RIVALUTAZIONE BENI D’IMPRESA:

Torna l’opportunità per le imprese di rivalutare i propri beni.

L’imposta sostitutiva è del 16% per i beni ammortizzabili e del 12 per gli altri.

Sono previste tre rate annuali di pari importo, la prima scade entro il versamento a saldo dell’Ires (o il 16 giugno o il 16 luglio).

TASSE CASA, DA TASI A TAR:

E' la vera rivoluzione del 2014.

L’Imu prima casa scompare, ma rimane per le seconde.

A questa si aggiunge la Tasi, che serve a ripagare i servizi indivisibili dei comuni (come l’illuminazione o la pulizia delle strade).

Per questo la pagheranno anche le prime case e anche gli inquilini, seppure in forma ridotta.

L’aliquota Imu-Tasi, al momento, non può superare nel 2014 il 2,5 per mille sulla prima casa e il 10,6 per mille sulla seconda.

Ma per dare ai comuni maggiore flessibilità (e risorse) per introdurre detrazioni in favore di famiglie e meno abbienti potrebbe arrivare - il governo ci sta ragionando sopra - un aumento del tetto massimo d’aliquota al 3,5 e all’11,6 per mille.

Al momento sono previste sulla Tasi detrazioni per single e case abitate solo per pochi mesi.

La Tari, invece, è la nuova tassa sui rifiuti, analoga a quella appena archiviata: dovrà ripagare i servizi.

Imu, Tasi e Tari formano insieme la Iuc, l’imposta unica comunale.

STOP CUMULO PENSIONI D’ORO-STIPENDI:

Non potranno essere cumulati, oltre l’importo di 303.000 euro l’anno, pensioni e stipendi da incarichi pubblici.

Colpisce i grand commis.

WEB TAX:

Non è l’arrivo di una nuova tassa ma, con la legge di Stabilità, è stato stabilito che le multinazionali del Web per vendere pubblicità in Italia devono avere partita Iva italiana; obbligo di pagamenti tracciabili.

CACCIATORI DI TESTE 2.0, SPULCIANDO NEI SOCIAL TRA CONFERME O PICCOLE BUGIE

Cacciatori di teste come Sherlock Holmes.

Stritolati dalle richieste sempre più mirate delle aziende, si trasformano in Grandi Fratelli e "spiano" i candidati 2.0.

Così se una volta selezionare manager, avvocati o ingegneri era una percorso lineare, smistamento dei curriculum seguiti da un paio di colloqui, oggi le referenze s'incrociano come nel Sudoku.

La giornata del cacciatore di teste si apre confrontando profili tradizionali, curriculum 2.0, ritratti dei social network e blog professionali.

Le aziende vogliono sapere.

Tutto.

C'è chi richiede la verifica della situazione bancaria.

Chi la market reputation.

La scelta di un lavoratore, ripercorrendo le attività su Twitter, Linkedin e Facebook, si chiama Social media recruting ma si traduce come "caccia all'errore".

Se un candidato dichiara di amare il lavoro di squadra, ma Facebook rivela che è un misantropo l'assunzione vacilla.

Qualche volta la bugia aiuta.

"Una candidata ha taciuto il suo blog di cucina e poi è stata assunta perché il capo del personale lo ha valutato un elemento creativo", racconta l'amministratore delegato di Value Search Giovanna Brambilla.

E aggiunge:

"I primi a usare il web sono stati i paesi anglosassoni, da noi il fenomeno del credential chek è esploso in modo assoluto dall'inizio di quest'anno.

Il 100% delle aziende ci chiedono la ricostruzione del profilo digitale e di tutte le tracce lasciate in rete".

La nuova parola d'ordine dei cacciatori di teste è prudenza.

"I social network sono diventati l'equivalente delle pagine gialle ma manca l'attestazione - aggiunge Brambilla - i capi del personale vogliono continue rassicurazioni su quello che troviamo mentre i profili sono forme di autocertificazioni spesso forvianti".

Spiega Francesco De Mojana di Arethusa:

"L'uso della rete riguarda più i giovani che i manager, chi ha più di 50 anni è diffidente verso i social network anche se la forbice si è allargata e sono utili per valutare la personalità del candidato, per esempio in base ai suoi hobby".

Come orientarsi in questo mix di virtuale e reale?

"Ad Arethusa usiamo l'escamotage di avere come senior solo degli ex direttori del personale che possono intuire subito le competenze.

Se ci sono dubbi sulle referenze informiamo subito il candidato".

La ridondanza d'informazioni esaspera però anche i più esperti.

Per Fabio Ciarapica di Praxi:

"Siamo sommersi dal materiale digitale e lo spanning di info non aiuta nessuno.

La sovraesposizione mediatica rende più facile rintracciare le notizie ma più difficile verificare la veridicità dell'informazione".

Per i Grandi Fratelli delle assunzioni ci si muove su piani paralleli e con le informazioni che si rintracciano su Facebook ci si può fare un'idea delle caratteristiche personali e non professionali.

Mentre per i super top c'è più possibilità di rintracciare le info in modo istituzionale.

"In questo il mondo anglosassone nonostante sia "politicaly correct" ha dato esempi negativi di commistione - spiega Ciarapica - mentre noi teniamo a separare vita privata e professionale però dobbiamo fare un confronto tra le affermazioni di oggi e di ieri, tra quello detto nel colloquio e quanto emerge dalla rete".

E la privacy?

Va sempre tutelata.

I candidati devono essere informati che qualcuno sta ricostruendo i profili personali e che saranno fatte indagini approfondite.

Se ci scappa la bugia spesso è ingenua.

La più frequente?

"Quelli che dichiarano di occupare un posto di lavoro mentre sono a casa.

All'estero è considerato un plus perché garantisce disponibilità immediata mentre da noi è vissuto come una vergogna".

E a confondere ancor di più la vita dei cacciatori di teste ci si è recentemente messo il "video social".

Amatissimo tra gli junior prevede pochi secondi di video candidatura su applicazioni social.

Massimo 15 secondi per raccontarsi e convincere le aziende che il candidato è perfetto. 

lunedì 30 dicembre 2013

SCHUMACHER, I MEDICI: "LA SITUAZIONE RESTA CRITICA, CI SONO LESIONI CEREBRALI DIFFUSE"

"Le condizioni di Michael Schumacher sono molto gravi.

La situazione resta critica, ci sono lesione cerebrali diffuse, al momento è nel reparto di rianimazione e non possiamo pronunciarci sul suo futuro.

Abbiamo ridotto l'edema cerebrale, è in coma artificiale per limitare la crescita della pressione intercranica".

Così i medici dell'ospedale di Grenoble, che hanno emesso un nuovo bollettino medico sulle condizioni di Michael Schumacher, dove si trova ricoverato in stato di coma a seguito della grave caduta sugli sci avvenuta domenica.

E' stato specificato anche che, contrariamente a quanto era trapelato, Schumacher è stato operato "una sola volta", che l'intervento, effettuato immediatamente dopo il suo arrivo "è andato bene" e che al momento "non sono previsti altri interventi".

Molto dipenderà dalla reazione che avrà Schumi nelle prossime ore (bisogna attendere la seconda notte) perché al momento non si possono escludere nemmeno danni al cervello, anche se i soccorsi sono stati tempestivi.

Nella caduta il pilota ha riportato un "severo traumatismo cranico".

"Quando è arrivato in ospedale era in stato confusionale e non rispondeva alle domande.

L'impatto con la roccia è avvenuto nella parte destra del capo.

La violenza dell'impatto è stata tale che senza casco non sarebbe arrivato vivo".

A favore di Schumacher, secondo medici, giocano "l'età, la forma fisica generale e l'assenza di altri problemi".

Tuttavia, parlando del futuro, hanno detto:

"Non si possono fare previsioni ma tutte le persone che hanno avuto un trauma così non tornano esattamente quelle di prima".

La famiglia di Schumacher ha ringraziato "lo staff medico" che "sta facendo tutto il possibile per aiutare" l'ex pilota tedesco e "le persone che da tutto il mondo hanno espresso la loro solidarietà e inviato auguri" per una pronta guarigione.

Lo ha riferito la portavoce, Sabine Kehm.

Nel comunicato, i familiari del campione hanno chiesto alla stampa di "rispettare la privacy, nostra e dei nostri amici".

Intanto la procura di Albertville ha aperto un'inchiesta per accertare le modalità dell'incidente.

Ieri Schumacher stava sciando insieme al figlio 14enne in un tratto fuoripista sulla discesa verso Meribel, dove possiede uno chalet, quando è caduto, sbattendo violentemente la testa contro una roccia e l'urto è stato così violento da rompere il casco:

"Senza il casco non sarebbe arrivato vivo in ospedale", ha spiegato uno dei medici.

Nonostante sia conosciuto come un ottimo sciatore, Schumacher ha perso il controllo nella neve fresca cadendo per alcuni metri.

Una volta avvenuto l'incidente la moglie Corinna e i due figli Gina Maria e Mick si sono subito recati al capezzale del campione di F1.

In un primo momento le informazioni che giungevano dall'ospedale sembravano essere rassicuranti e le condizioni di Schumacher non sembravano troppo gravi, ma in realtà l'uomo, quando è arrivato in ospedale, era in stato confusionale e non rispondeva alle domande.

Oltre ai familiari anche Jean Todt, patron della Federazione internazionale dell'automobile e Ross Brawn, direttore della scuderia Mercedes, sono giunti durante la notte all'ospedale di Grenoble dove è ricoverato Schumacher.

Piloti e personaggi del mondo della formula uno continuano ad esprimere solidarietà e a inviare messaggi di auguri.

sabato 28 dicembre 2013

DONNE INCINTE CHE SI DICONO VERGINI, TROPPE BUGIE AI MEDICI

Il titolo della ricerca è 'Like a virgin (mother)' ma non vuole essere affatto ironico nel riportare che circa l'1% delle donne incinta americane dichiara di non avere avuto rapporti sessuali e neanche di averlo fatto con l'inseminazione artificiale.

L'analisi è dei biostatistici dell'università della North Carolina di Chapel Hill ed è pubblicata sul numero di Natale del British medical journal.

La ricerca è stata condotta spulciando le risposte di questionari auto-compilati da 7.870 donne, 5.340 incinta e, fra queste, 45 (lo 0,8%) dicevano di non avere mai avuto rapporti sessuali.

Le gravidanze delle 'verginì, spiegano gli autori, erano soprattutto correlate a ragazze giovani, adolescenti, che non avevano alcun colloquio con la loro famiglia sulla sessualità e la contraccezione e di donne che avevano firmato contratti di castità.

Vere vergini o bugie?

«La raccolta di dati sensibili include livelli più alti di errori e interpretazioni sbagliate che pilotano indagini e cure nel modo scorretto.

Ciò avviene quando i pazienti danno risposte soggettive, filtrate da credenze, cultura e dinamiche delicate molto private» dicono gli autori.

«Rispetto alle ricerche svolte da specialisti sono ancora più frequenti e devianti le bugie raccontate al medico di famiglia» commenta Giacomo Milillo, Segretario nazionale federazione italiana medici di famiglia (Fimmg).

«È esperienza comune fra medici che, soprattutto nella fase di conoscenza dell'assistito, si mettano in conto vere e proprie falsità.

In particolare bugie emotive, non lucide, dette per non esporsi alla vergogna, al giudizio, e a volere la stima del medico.

Dipendono dall'identità delle persone, dal loro rapporto con la cultura e le credenze».

«Il tasso di bugia è direttamente proporzionale al numero di assistiti della stessa famiglia - spiega Milillo - e i figli, i mariti, le mogli, i fratelli, le nuore, le suocere che vanno dallo stesso medico temono la mancanza di privacy.

Segue la sfera della sessualità.

Tradimenti, rapporti trasgressivi, l'uso di cannabis non si dicono».

Milillo prosegue: i fumatori sono bugiardi recidivi, in particolare se provano a smettere e non ci riescono.

Si nega la violenza domestica, perfino di fronte all'evidenza di lividi e fratture.

Bugiardo per eccellenza è l'etilista, lo negherà sempre.

«Ma le bugie sono endemiche soprattutto sulle prescrizioni delle cure.

Spesso non vengano seguite ma il paziente non lo dice e il medico rischia di fare considerazioni sbagliate alle visite successive.

È frequente soprattutto nei diabetici e negli ipertesi che si espongono così a scompensi anche gravi» conclude Milillo.

venerdì 27 dicembre 2013

CONTRORDINE: IL PROGRAMMA DELLA NSA È LEGALE. GIUDICE FEDERALE USA: "UTILE CONTRO IL TERRORISMO SOLO SE REGISTRA TUTTO"

Un giudice della Corte distrettuale di Manhattan, William Pauley, ha stabilito che il programma di controllo delle telefonate private ad opera della Nsa americana sarebbe assolutamente lecito.

E il fatto che raccolga tutto indiscriminatamente non sarebbe affatto un abuso, anzi: il programma Prism è "un valido strumento nella lotta al terrorismo che funziona solo se raccoglie e conserva tutto".

Pauley ha così respinto il ricorso presentato dalla potente organizzazione a difesa dei diritti civili, la American Civil Liberties Union.

Il giudice ha fatto espresso riferimento agli attentati dell'11 settembre in un parere scritto, spiegando che il programma dell'Nsa è la reazione del governo all'utilizzo che fa della tecnologia il network di al-Qaeda.

"La raccolta di dati è ampia - ha scritto Pauley - ma l'obiettivo delle attività anti-terrorismo sono senza precedenti".

La decisione di oggi diverge in modo radicale da quella emessa lo scorso 16 dicembre da un altro giudice distrettuale, Richard Leon, della corte di Washington, secondo cui il 'programma quasi orwelliano' della Nsa, svelato da Edward Snowden, la talpa del Datagate, era invece probabilmente incostituzionale.

Ma al di là delle sentenze, Barack Obama ha già annunciato che metterà mano a una riforma della Nsa.

Proprio durante i 16 giorni delle sue vacanze tuttora in corso alle Hawaii, il presidente sta lavorando a un discorso molto atteso che terrà una volta tornato a Washington su una riforma in grado di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di lottare contro il terrorismo e l'esigenza di tutelare meglio il diritto alla privacy da parte dei cittadini comuni.

Già nelle settimane scorse sono state rese note le conclusioni del rapporto indipendente chiesto dal presidente.

giovedì 26 dicembre 2013

'ROMEO E GIULIETTA' AL CIE DI PONTE GALERIA A ROMA: GLI SPOSI TUNISINI SCAPPATI DAI SALAFITI ORA RISCHIANO IL RIMPATRIO

La ferita sul braccio è raccapricciante.

Ma la ferita del cuore è più profonda.

Quella sul braccio si è rimarginata.

Quella dell’anima sanguina ancora.

Alia guarda Alì e non smette di piangere.

Occhi dolci che sono una fontana di lacrime.

Ma a volte sorride, perché può riabbracciarlo.

Piange anche mentre accenna un sorriso.

Per un’ora non ci sono più sbarre, catene, lucchetti, porte blindate.

Il cielo in una stanza gravida d’angoscia.

La stanza dei colloqui del centro di identificazione e di espulsione di Ponte Galeria.

Davanti al muro del Cie c’è la Fiera di Roma con i suoi parcheggi alienanti e le rotonde stradali che girano nel nulla.

I romani che la frequentano non hanno idea della sofferenza che gli abita di fianco.

Altrettanto ignari sono migliaia di passeggeri che prendono il trenino per andare all’aeroporto di Fiumicino.

Alla stazione "Fiera di Roma" passano proprio davanti al Cie.

Dalla fermata del treno si può guardare al di sopra del perimetro esterno.

Vedere oltre quel muro alto e grigio, circondato da telecamere di sorveglianza, e da una specie di fossato, perlustrato continuamente dai mezzi blindati dell’esercito.

Dentro si allineano file di sbarre ricurve, costruite per impedire la fuga arrampicandosi, e lampioni per illuminare di notte e non fare calare mai il buio, con le finestre delle camerate che non hanno oscuranti.

Per ‘sicurezza’ chi si trova in un Cie per 18 mesi ha la luce perenne, anche quando vorrebbe provare a dormire.

In mezzo a quel groviglio simmetrico di acciaio e cemento ci sono "i nostri Romeo e Giulietta" come li chiama Lassaad, uno dei compagni di cella di Alì.

La stanza dei colloqui è vuota, spoglia, squallida.

Il colloquio è ansiogeno, spaventato, triste.

Avviene dietro una vetrata presidiata dai poliziotti.

Non c’è posto per l’amore nello spazio del Cie.

L’amore è vita, gioia, entusiasmo.

Il Cie è strazio, dolore, violenza, autolesionismo.

Non c’è privacy nel Cie.

Tutto deve essere spiato, controllato, trasparente.

"Alia sei proprio stupida.

Dopo tutto quello che abbiamo passato e sofferto, tu mi abbandoni, mi lasci da solo?"

dice Ali.

"Habibi, amore mio, morirò sia qua che là", risponde lei.

"Alia tu muori tranquilla e chi rimane a soffrire qui sono io? – non si capacita Alì - Non è questo l’amore che aspetto da te".

Alì ha rischiato davvero di perdere tutto.

Ha messo Alia su una barca con lui, hanno voltato le spalle al passato, reciso tutti i legami della vita precedente.

Hanno rischiato la morte in mare.

Per fortuna le motovedette italiane li hanno salvati dalle onde invernali, dalle acque e dal vento gelido.

Il 29 novembre hanno toccato la terra europea.

Quante speranze.

"L’Europa è la patria dei diritti umani, della democrazia" rincara Lassaad, voce "extracomunitaria" che parla benissimo in italiano e fa da interprete nella storia dei due sposi tunisini.

Alì e Alia si conoscono da dieci anni, si sono innamorati e sposati a Tunisi contro il volere della famiglia di lei.

Hanno 34 e 29 anni.

La moglie mostra con titubanza una ferita profonda sul braccio.

Gliel’ hanno inferta i suoi fratelli, diventati estremisti salafiti, che l’avevano promessa in sposa a un uomo che lei non conosce.

Alì era andato da loro a chiedere la sua mano.

La risposta della famiglia di Alia è stata la violenza e la segregazione in casa della donna.

Poi sono riusciti a scappare.

Dalla Tunisia è impossibile ottenere un visto per un Paese europeo.

Unica strada per la salvezza affidarsi al Mediterraneo.

Quando sono stati tratti in salvo dalle acque, l’illusione di una vita felice insieme in Italia è durata 48 ore.

Il tempo di arrivare nel Cie di Ponte Galeria, dove ormai si trovano "trattenuti", oppure "ospiti" come dice il Ministero dell’Interno, dall’inizio di dicembre.

All’ingresso li hanno divisi.

Lei l’hanno portata nella gabbia di destra, riservata alle donne.

Lui nella gabbia di sinistra, quella degli uomini.

Li separano pochi metri.

Ma anche diversi cancelli, lucchetti, sbarre, un lungo corridoio e alcune porte blindate.

Non possono vedersi.

Devono fare la richiesta alla prefettura per incontrarsi.

Poi ci vuole pazienza.

Bisogna aspettare l’autorizzazione.

Passano i giorni.

Il via libera delle autorità non arriva.

E’ il sistema con cui funzionano i Cie, epilogo estremo della burocrazia, estensione dilatata del confine europeo militarizzato.

E’ il sistema della vita legata al pezzo di carta.

Il Cie è il carcere speciale per i tanti "nessuno".

Sono lì apparentemente perché non se ne conosce l’identità.

Perché non hanno il passaporto, oppure ce l’hanno ma il console del loro paese non li riconosce.

Il Cie è la macchina rotta dell’identificazione e del rimpatrio, che nella metà dei casi non avviene.

Arriva il 23 dicembre.

Nella sezione maschile è in atto da tre giorni la rivolta delle bocche cucite.

In 15 hanno le labbra chiuse a sangue, con ago e filo improvvisati, per dire basta a un "luogo disumano".

Due li rimpatriano ugualmente.

Quel giorno Alia prende le lenzuola usa e getta che foderano i materassini di gommapiuma su cui li fanno dormire.

Le recluse cinesi, che proprio non riescono a stare nell’ozio forzato, le usano per intrecciare borsette che poi vendono a pochi euro alle altre "trattenute" in attesa, spesso vana, di rimpatrio.

Legate strette quelle lenzuola diventano un buon cavo.

Buono per impiccarsi nel bagno della propria cella.

"Stanza" secondo il ministero e gli enti gestori dei Cie.

Come Nabruka Mimuni, di cui Alia neanche conosce la storia.

Nabruka l’hanno trovata impiccata nel bagno il 7 maggio 2009.

Il giorno prima le avevano comunicato che sarebbe stata rimpatriata in Tunisia.

Nabruka aveva 44 anni, dei quali oltre venti passati in Italia.

A Roma aveva il marito e un figlio.

Ha preferito uccidersi che tornare sotto la dittatura di Ben Alì, il despota che per l’Europa non era un dittatore fino alla rivoluzione tunisina del 2011.

Alia è stata fortunata.

Le compagne di cella l’hanno trovata in tempo.

E’ stata soccorsa e portata in ospedale.

La sera del 24 dicembre era di nuovo rinchiusa nel Cie.

Da suicida fallita può essere ancora "trattenuta".

Alì le ha parlato per un’ora.

Tanto dura il colloquio.

Con quel viso mite non si potrebbe pensare che la moglie di Alì arrivi a tanto.

Ma grazie all’impiccagione ora possono parlare un’ora tutti i giorni.

Anche se non è detto, perché nei Cie non esiste un regolamento, dei diritti chiari ai quali appellarsi.

Quello che viene concesso oggi, potrebbe non esserlo domani.

Vale lo stesso per l’accesso dei giornalisti.

Il giorno di Natale al Cie fanno entrare solo gli operatori video del Tg2.

Il Tg1, il Tg3, La7 e noi restiamo fuori.

Intanto dentro la protesta continua.

Dopo le bocche cucite, arriva lo sciopero dei materassi.

Li hanno portati tutti fuori nel grande corridoio centrale, dove non c’è il tetto.

E nella notte di Natale hanno dormito sotto le stelle del cielo romano, "al freddo e al gelo".

Dopo tutto sono "ospiti" non desiderati del ministero dell’Interno.

Non sono "ospiti" di Roma.

Il sindaco, in teoria, non sarebbe neanche autorizzato a entrare.

Alì dice a Lassaad e lui traduce, che Alia ha tentato il suicidio dopo avere saputo che gli hanno rifiutato l’asilo politico.

Diniegati, si dice in gergo burocratico.

"Lei sperava in una vita migliore, si è sentita braccata, perché se torniamo a casa i fratelli ci ammazzano - apiega Alì – A Tunisi ci aspetta la morte".

La morte in faccia Alia l’ha già vista.

Nella sua famiglia salafita.

In mezzo al Mediterraneo.

"Mettetevi nei suoi panni, è una donna innamorata, ma è meno forte di lui e non ce l’ha fatta più – sbotta Lassaad – nemmeno io ce la faccio più a stare qua dentro".

Eppure Lassaad è uno abituato alle sbarre.

Ha fatto il carcere prima del Cie.

E’ uno dei protagonisti di "EU 013 L’ultima frontiera", il primo film documentario girato nei Cie, presentato al Festival dei Popoli di Firenze e in concorso al Festival internazionale di Rotterdam.

Gli autori lo avevano incontrato durante le riprese lo scorso febbraio nel Cie di Roma e poi a marzo in quello di Trapani, dove era stato trasferito.

Lassaad è uno di quelli che è difficile rimpatriare.

"Siamo qui rinchiusi come ai tempi di Hitler – dice in una battuta del film – ma la storia è fatta ricordata, non per essere rivissuta".

Dopo quasi un anno, Lassaad è di nuovo dentro.

"Mi hanno preso mentre tornavo a casa dopo aver fatto la spesa – racconta - mi chiedo: ora è un crimine fare la spesa?"

Poi torna a parlare di quei due, Alia e Alì.

"Il loro cuore sta a pezzi, non si danno pace – dice – desiderano solo poter vivere serenamente il loro amore e avere dei figli.

Ma hanno paura di essere rimpatriati.

O di uscire di qui senza documenti e dover vivere sempre con l’incubo che l’uno o l’altra non torni a casa, perché è stato fermato e portato qui dentro".

Alì non è fuggito quando la rivoluzione tunisina ha aperto la frontiera due anni fa, come hanno fatto tanti altri, per non lasciare la madre e i fratelli in una situazione di pericolo.

"Non immaginavo che i salafiti avrebbero preso piede" dice.

E su tutti loro aleggia lo spettro del rimpatrio.

Il 24 dicembre il console tunisino è andato a identificarli nel Cie.

E’ lui che deve dare il nulla osta.

Forse è stata una mossa per sedare la protesta, oppure davvero per accelerare i tempi di rimpatrio.

Su questo, come sul destino dei Centri e dei trattenuti, regna quell’ incertezza che fa a pugni con lo Stato di diritto.

mercoledì 25 dicembre 2013

IL MESSAGGIO DI NATALE DI SNOWDEN “BASTA CON LO SPIONAGGIO DI MASSA”

La “talpa” del Datagate: «1984 di Orwell è nulla in confronto alla realtà.

Un bambino che nasce oggi crescerà senza alcun senso della privacy».

«Insieme possiamo trovare il giusto equilibrio, porre fino allo spionaggio di massa e ricordare ai governi che se vogliono sapere come stiamo è più economico chiedercelo che spiarci».

È l’appello rivolto dalla “talpa” del Datagate, Edward Snowden, in un messaggio di Natale «alternativo» a quello tradizionale della Regina Elisabetta.

Trasmesso dal canale britannico Channel 4, il messaggio di due minuti si apre con un riferimento al celebre romanzo di George Orwell “1984”.

La tecnologia per spiare descritta nel libro, dice l’ex consulente della National security agency americana, «non è nulla rispetto a quella che c’è oggi».

«Un bambino che nasce oggi crescerà senza alcun senso della privacy.

Non saprà mai cosa vuol dire avere un momento privato, per se stesso, non registrato.

Un pensiero non analizzato», dice Snowden che proprio in questi giorni ha rilasciato una lunga intervista al Washington Post, la prima da quando ad agosto ha ottenuto asilo temporaneo in Russia, in cui dichiarava che la sua missione era stata compiuta».

Negli anni scorsi Channel 4 ha mandato in onda i «messaggi alternativi» di personaggi reali come l’ex presidente iraniano Mahmud Ahamdinejad ma anche di fantasia come Marge Simpson.